San Simeone di Gerusalemme
Vescovo e martire
È il secondo capo della primitiva comunità cristiana di Gerusalemme. Il secondo vescovo, come lo chiama nella sua «Storia ecclesiastica» Eusebio di Cesarea. Il primo è stato l'apostolo Giacomo di Alfeo, detto il Minore, ucciso nell'anno 63. L'elezione di Simeone è stata riferita da Egesippo, uno dei primissimi scrittori cristiani, forse palestinese, giunto a Roma verso la metà del II secolo. Secondo Eusebio Simeone è uno dei due discepoli che sulla strada di Emmaus incontrarono il Risorto. Simeone guida l'unica comunità cristiana formata interamente da ebrei, e costretta alla migrazione dopo la distruzione di Gerusalemme. La sua terra di rifugio è Petra di Perea, oltre il Giordano, dove una parte dei profughi fisserà la sua dimora. Poco sappiamo però della sua opera. Per lui il tempo della prova arriva con uno degli imperatori romani più illuminati, lo spagnolo Ulpio Traiano, che regna dal 98 al 116. Come i predecessori, considera i cristiani un pericolo per lo Stato, ma vieta le persecuzioni generali. Simeone però viene denunciato da un gruppo di eretici e per questo viene crocifisso.